Nella seconda parte di Aprile 2025 J. D. Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, sarà a Roma.
Il “nuovo” modello autocratico statunitense compare inequivocabilmente sulla scena, dov’è accentuato l’assolutismo politico, per cui il sovrano ricava da se stesso la propria autorità. Quindi la figura di Vladimir Putin viene emulata.
Di conseguenza il potere non è più esercitato dal popolo in forma diretta o rappresentativa come esige il concetto di democrazia.
Una cosa alla volta.
Mai nella storia americana un vicepresidente in carica, con la sola eccezione – con altre modalità e caratteristiche – di Al Gore -democratico- ha assunto un ruolo molto importante. Questo potrebbe indicare che il prossimo candidato presidente repubblicano sarà, con ogni probabilità, J.D. VANCE, e non è una buona notizia. Certamente egli parla alla pancia dei concittadini con toni rozzi ed assolutamente non condivisibili per noi europei. Il suo recente viaggio in Groenlandia, motivato dall’accesso alle risorse, dopo la performance con V. Zelensky alla Casa Bianca, ha chiarito la pasta d’uomo. Protagonista, alle spalle di D. Trump, dell’avvio di una sorta di “pulizia etnica in versione istituzionale” che ne evidenzia – forse- la cultura. Il richiamo, nella questione della Groenlandia, all’insufficiente impegno della Danimarca in questo senso, è foriero della possibile via verso una autodeterminazione groenlandese curata dagli U.S.A. Donald Trump non è un alfiere della pace, bensì un Presidente che guarda agli sviluppi della politica interna con una crescente attenzione alle prossime scadenze elettorali.
In campo economico ha iniziato una guerra commerciale contro la “sporca quindicina di Paesi” il cui surplus deriva da una molto significativa esportazione produttiva verso gli Stati Uniti. L’ITALIA è in una ipotetica classifica una delle Nazioni peggiori.
Il deficit cognitivo economico di Trump è spaventoso e porterà con se’ un calo di fiducia nei confronti degli States. Non è mai accaduto che una serie di nefaste misure di tale portata abbia inizio dalla sera al mattino successivo e sia resa operativa in qualche ora. CIò significa il caos pressochè totale e ci riporta indietro di circa cent’anni (1841).
Siamo al punto più basso forse mai toccato in precedenza.
I principali indicatori generali economici sono in fibrillazione. L’inflazione tende a crescere portando con sè un probabile periodo di recessione, che auspichiamo breve . I prezzi – a carico di chi acquista – saranno, per gli U.S.A., cresciuti attorno al 25%.
Non è la prima volta che gli U.S.A. applicano dei dazi. Era già accaduto nel corso della prima amministrazione Trump e poi con J. Biden. Mai – tuttavia – a questo livello. I mercati hanno bruciato in un giorno 2.500 miliardi e qualora si dovesse aprire una spirale negativa si avrebbe la percezione della profondità dell’errore.
Si apra una seria trattativa come la cooperazione internazionale suggerisce.
ANDREA G. STORTI
