I risultati definitivi delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale Legislativa in Francia consegnano un verdetto inatteso.

Il  NUOVO FRONTE POPOLARE, l’alleanza di sinistra che si è formata per contrastare l’avanzata del RASSEMBLEMENT NATIONAL al secondo turno elettorale, ha conquistato 182 seggi alla prossima Assemblea, composta di 577 deputati. La formazione centrista a sostegno del Presidente  Emmanuel Macron -ENSEMBLE- ne ha ottenuti 168. Il RASSEMBLEMENT NATIONAL  di Marine Le Pen, alleato con una parte dei REPUBLICAINS  è terzo con 143 deputati eletti.

All’interno del F.P. la ” FRANCE INSOUMISE” di Jean Luc Melenchon è la più rappresentata con 74 eletti cui si aggiungono tre dissidenti del Partito. Il PARTITO SOCIALISTA  avrà 59 deputati e gli ECOLOGISTI 28. Il PARTITO COMUNISTA ha eletto 9 parlamentari.

Al di là delle roboanti dichiarazioni di  J. L. MELENCHON, immediatamente successive alla conoscenza dell’esito elettorale il vero vincitore è il Presidente della Repubblica E. MACRON, il cui notevole azzardo relativo alla scelta di indire nuove elezioni sciogliendo il Parlamento precedente si è rivelata vincente. Ora il problema che si pone è semplicemente relativo alla governabilità, poichè la nuova Assemblea che si è formata non consente l’individuazione di una maggioranza certa. Purtuttavia, dando per scontata la non riconferma dell’attuale Primo Ministro GABRIEL  ATTAL, in carica da Gennaio 2024, occorrerebbe individuare una figura terza che potrebbe corrispondere al profilo di RAPHAEL GLUCKSMANN, per molti elettori un’ancora di salvezza per il campo progressista, del gruppo dei SOCIALISTI E DEMOCRATICI di Francia, l’avversario più temibile di J.L. Melenchon.

Ciò che ha collocato in un diverso piano i possibili sviluppi della situazione francese è stato – dapprima –  l’annuncio  della creazione di un nuovo gruppo al Parlamento Europeo – I PATRIOTI PER L’EUROPA che conterà 84 deputati, CON IL CONCORSO DELLA  LEGA di MATTEO SALVINI , capeggiati dal Gen.le Roberto Vannacci.

Sempre in linea con le figure patriottiche, è poi piombata improvvisamente la notizia dell’attentato a DONALD TRUMP, candidato repubblicano alle prossime presidenziali americane di Novembre. Non sfugge a nessuno la gravità del fatto; va osservato che il probabile prossimo Presidente degli STATI UNITI d’AMERICA è vittima della sua stessa politica riconducibile alla forma violenta, come  accaduto a Capitol Hill il 6 Gennaio 2021 per il quale sono stati individuati dei complottisti di estrema destra e del cui accaduto D. TRUMP deve ancora rispondere.

Speriamo non si prevedano tempi ancora più cupi.

ANDREA G. STORTI