Se e quando questo orrore avrà termine esso ha nomi e cognomi il primo dei quali è questo signore in una immagine del suo ritorno al potere: era il 1979. Il fondamentalismo islamico è l’origine di tutto. Occorre, peraltro, riconoscere che allora buona parte della pubblica opinione guardò con favore al rovesciamento del regime di Reza Pahlavi, scià di Persia, apertamente sostenuto dagli Stati Uniti. I suoi accoliti di oggi, protetti dal velo islamico, -leggi Ali Khamenei- paiono, al confronto, mezze figure.
Qualche gradino più sotto sta Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU il quale ha pubblicamente preso le parti di HAMAS e, per questo, si dovrebbe dimettere, come Israele ha chiesto in sede di Consiglio di sicurezza. Si ritiene, inoltre che Israele dovrebbe lasciare progressivamente i territori della Cisgiordania.
Tuttavia, non è opportuno che egli si dimetta, poichè l’attuale situazione ha bisogno di tutto fuorchè di nuovi esempi di senilità precoce. Sta di fatto che, con questo, l’ONU ha toccato il fondo ed è oggi irrilevante.
Come non considerare il primo degli oligarchi russi, Vladimir Putin, autentico despota, nella convinzione che l’impero sovietico vada ricostruito e, pertanto, ogni lembo di terra nelle vicinanze prima cancellato ed in seguito aggregato alla madrepatria. Qualsiasi forma di autocrazia è guardata con favore. Per questa ragione la rivoluzione iraniana è pari a quella russa anche se il confine del 1917 può ritenersi ampiamente superato.
Nemmeno Israele è la culla della pace. Benjamin Netanyahu, detto Bibi , è un politico ed ex militare israeliano. La maestria tattica di Netanyahu rischia di produrre il disastro strategico di Israele imponendo fatti compiuti agli avversari ed ai critici. E’ il primo ministro più longevo della storia d’Israele. Alla guida del Paese dal dicembre 2022, lo è già stato dal giugno 1996 al 1999 ed ancora per un lungo periodo intermittente da allora al 2021. È membro della Knesset e leader del partito conservatore Likud. Si ha ragione di ritenere che una volta esaurita quest’ultima fase militare la politica israeliana boccerà definitivamente il suo operato e, di conseguenza, la sua figura.
Volodymyr Zelens’kyj, Presidente dell’Ucraina è, se possibile, il meno colpevole ma, da uomo di spettacolo qual era, viaggia ancora nella convinzione che per fermare la guerra sia necessario continuare a chiedere e ricevere costantemente armi.
Purtroppo, una ulteriore follia.
ANDREA G.STORTI
