Le ultime vicende internazionali inducono a ritenere che si stia toccando il fondo.

Il conflitto bellico Russia-Ucraina è comunque, con ogni probabilità, vicino all’epilogo.

L’assenza della politica sta portando con sè una parziale rivisitazione dell’ordine mondiale con tre attori principali: gli Stati Uniti, la Cina e la Russia. Niente di più, in una logica esclusivamente suprematista. Questa la lettura che Volodimir Zelensky non ha, evidentemente, ancora compreso dimostrandosi non so se dittatore, certo politicamente incapace. Doveva trattarsi della sottoscrizione di un accordo legato allo sfruttamento di minerali pregiati a parziale restituzione dei fondi americani concessi a suo tempo a Kiev ed esclusivamente investiti, purtroppo, in dotazione di armi. Si è trattato di una angosciante commedia  in diretta planetaria, mai vista prima.

Apriamo, peraltro, una parentesi dedicata a J.D. Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, che si è dimostrato nel corso del suo intervento conclusivo l’arrogante zero politico assoluto che ci auguriamo non possa in futuro tracciare alcun solco della sua esistenza.

Per il momento emerge, ancora una volta, la figura di Vladimir Putin, dittatore ed aggressore sanguinario che ha, oggi,  dalla sua Donald Trump preso in un coacervo di timori in possibile versione russo-cinese. In questo quadro il paese dell’Ucraina conta zero e non andrà da nessuna parte abbia o meno al suo fianco l’irrilevante Unione Europea, incapace di una posizione significativa.

Tre anni di guerra sono costati migliaia  e migliaia di morti in un crescendo spaventoso la cui prossima fine decreterà la conquista russa di alcune terre ucraine non immensamente ricche, che saranno umanamente cancellate nel tempo. Viene alla mente un marine statunitense morto a 21 anni combattendo  nelle fila dell’esercito ucraino che esemplifica l’inutile forza ucraina nel terrore provocato dalle grandi potenze.

Un Paese aggredito che sognava di entrare nella NATO dovrà accontentarsi di una presenza non certo importante nel contesto internazionale, sottoposto ad una intesa conclusiva – capestro dei peggiori- in un ruolo del tutto marginale senza poter incidere, fors’anche presenziare alla costruzione dei futuri, possibili scenari. Le luci della ribalta sono e saranno di altri e lo si sapeva.

E la bandierina italiana? Persa nel fumo di questo conflitto che lascia una scia di terrore ammantato di pace.

ANDREA G. STORTI