Nel commentare l’esito delle elezioni europee 2024, il primo, purtroppo, evidente dato è la scarsa affluenza registrata, attestatasi al 40.86 % degli aventi diritto. Questo significa che un elettore su due non vota e, pertanto si è vicini al punto di non ritorno.
Già in precedenza in un articolo del 18 Febbraio, all’indomani delle elezioni amministrative in Lombardia e Lazio segnalammo come una sostanziale carenza di proposta politica potesse allontanare sempre più elettori dalle urne. Ora, questa condizione si ripresenta in un modello di elezione ben più importante ed in una fase cruciale internazionale caratterizzata da un sommarsi di eventi negativi, dai quali -pare- non si intravvede via d’uscita.
Pesa l’assoluta fragilità delle istituzioni europee così come oggi si presentano. La loro architettura ibrida non favorisce una politica di ampio respiro come, invece, sarebbe assolutamente necessario, a partire dalla costruzione di una strategia di difesa comune come inoltre da un disegno di politica fiscale relativa ai Paesi aderenti la UE nel loro insieme.
Siamo, su questo ed altri terreni terribilmente indietro, mentre si allarga la forbice tra la nuova rappresentanza del Parlamento Europeo e quella del Consiglio d’Europa molto diverse, a seguito dell’esito di queste ultime elezioni.
Nel primo caso si andrà- con tutta probabilità- a costituire ancora una volta una maggioranza politica formata dal PPE, dal GRUPPO SOCIALISTA e da quello LIBERALDEMOCRATICO.
Per il Consiglio d’Europa la prevalenza dei Paesi a blocco conservatore è stata elettoralmente sancita in maniera inequivocabile da un deciso avanzamento dei “populisti” o -peggio dell’estrema destra. Si potrebbe, pertanto, presentare una sorta di coabitazione obbligata tra le due realtà.
Del resto il pesante insuccesso alle ultime elezioni continentali del Partito RENEW guidato da EMMANUEL MACRON a seguito del quale il presidente francese ha sciolto l’Assemblea Legislativa, dimostrando da un lato un grande rispetto delle istituzioni e della volontà popolare, dall’altro di tentare la ricomposizione dei cocci dell’opposizione a MARINE LE PEN, operazione molto difficile, equivalente ad un triplo salto mortale di tipo politico, determinerà il nuovo assetto transalpino.
Intanto una parte degli italiani gonfia il petto in quanto espressione di una solidità governativa mai in precedenza dimostrata.
Basterà?
In realtà ci stiamo avvicinando a grandi passi al modello politico americano dove – alle elezioni presidenziali o congressuali che siano – vota, mediamente il 30 % della popolazione con qualche effimera eccezione.
ANDREA G. STORTI