É tristemente ufficiale: la Gran Bretagna esce dall’Unione Europea.
“Quello che non ci uccide ci rende più forti”. Questa frase del Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, ex premier polacco, sintetizza, a mio avviso, perfettamente la nuova situazione creatasi per effetto dei risultati del voto britannico. Egli ha anche parlato di “momento politicamente drammatico” e ciò è reale, se si pensa per esempio alla figura di Altiero Spinelli ed alle instancabili energie spese per realizzare il sogno europeo.
Una osservazione meno sentimentale suggerisce tuttavia un sano realismo. Ecco allora che si può affermare che della nuova situazione creatasi esistevano tutti i presupposti, in primis la recente concessione alla Gran Bretagna di una serie di privilegi tendenti a scongiurarne l’uscita a dir poco arrendevoli: una linea di credito di rimborso miliardario per la sola partecipazione all’Unione Europea unitamente ad altri benefit particolarmente generosi ed ingiustificati agli occhi delle altre nazioni, Francia ed Italia in particolare.
É peraltro evidente che l’Unione Europea esce indebolita da questo distacco: ciò rappresenta un ulteriore segnale negativo che va a congiungersi ad altri importanti elementi i quali suggeriscono una inversione di rotta in campo economico e politico caratterizzata da una maggiore e decisiva attenzione all’aspetto sociale ed al significato più generale di stare insieme nell’esclusivo interesse dei cittadini europei.
Non va nascosto il pericolo che un effetto domino si apra e possa divenire causa di ulteriori abbandoni, soprattutto per quanto concerne l’Olanda ed i Paesi del Nord Europa: questa eventualità si combatte con il disegno di una nuova strategia di intervento realmente aperto, più solidale ed inclusivo.
Del resto, lo stato di cose maturato può anche significare all’opposto un grave errore della Gran Bretagna: le sirene di una sua futura disgregazione sono infatti già presenti: una situazione economica generale assai pi? difficile (il livello di valore della sterlina immediatamente sceso, così come non accadeva dal 1985), pesanti pulsioni separatiste da Scozia ed Irlanda, una solitudine internazionale soltanto in parte mitigata da positive relazioni bilaterali.
CORAGGIO, EUROPA.
ANDREA G. STORTI
