da Andrea G. Storti | Democrazia, Italia

Tratteggiato per anni come il giullare della politica italiana, in questo inizio d’autunno 2023 ottiene la sua rivincita.
Nel congresso del Partito Radicale del 1989 tenutosi a Budapest , cui si riferisce l’immagine in evidenza dell’intervento di Marco Pannella, la denominazione divenne quella di “PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE”. Apparve agli osservatori politici del tempo una bizzarria cui l’esponente in questione sembrava aver abituato. Il “nuovo” termine illustra fenomeni che non possono essere ricondotti o circoscritti entro uno Stato nazionale e che si traducono in relazioni, scambi comunicativi ed attività che si estendono oltre le frontiere nazionali. Possiamo affermare, senza timore di essere smentiti, che l’apertura alla dimensione sovra statale può essere il risultato della discussione sulla globalizzazione e dell’osservazione della migrazione e di altre realtà che esulano dalle frontiere nazionali con tutto il loro carico di problemi conseguenti che – in particolare oggi – 2023 – ci troviamo ad affrontare.
Nel 2011, statutariamente, il Pr transnazionale assume nella sua denominazione, prima di tutto, la dicitura “Nonviolento” e, purtroppo, mai come ora questo carattere è semplicemente ineludibile. Il conflitto russo-ucraino di Febbraio 2021 e quello israeliano-palestinese di queste ore connotano una striscia d’odio tra le parti belligeranti, senza precedenti per portata.
Non si può tacere per il caso medio-orientale la grande, negativa responsabilità, in primis, di HAMAS, gruppo terroristico finanziato ed armato dalla Repubblica Islamica dell’IRAN vera responsabile di quanto si è voluto che accada, con la “comprensione” russa.
Forse giova ricordare il destino della dissidente Narges Mohammadi del movimento “Donna, vita, libertà”, arrestata nel 2015 e detenuta nel carcere di Evin a Teheran, recentemente insignita del Premio Nobel.
Si assiste peraltro, a livello nazionale, alla non desueta suddivisione in fazioni all’interno dell’alveo politico partitocratico tra sostenitori di Israele o, viceversa, della Palestina, dimenticando che si tratta, prima di tutto, dell’odio covato nella situazione di ambedue gli schieramenti ed esploso non certo improvvisamente.
Permangono del resto tra Europa ed Asia focolai di guerra mai sopiti: si pensi, per esempio, all’area del Kosovo nei Balcani o del Nagorno Karabakh recentemente non più entità autonoma causa l’evolversi del conflitto tra Armenia ed Azerbaijan, nel Caucaso, non casualmente ex repubblica sovietica.
“Last but not least”: il clamoroso caso di suicidi in carcere, condizione particolarmente cara a Marco Pannella, spesso o sempre politicamente solo in questa battaglia. Proprio nel periodo in cui si ricordava l’allucinante vicenda giudiziaria di Enzo Tortora, si accendevano i riflettori della ribalta sulla vicenda di due suicidi femminili nel carcere di Torino e sulla condizione in genere di coloro che sono detenuti.
Sempre per e con gli ultimi.
Chapeau!!!
ANDREA G. STORTI
da Andrea G. Storti | Documenti, Europa, Evidenza, Italia

Gli scenari di guerra internazionale consegnano oggi un nuovo capitolo.
La granicità del regime di Vladimir Putin in Russia viene meno non ancora perché piegato dall’Ucraina con il concorso internazionale, ma per un ammutinamento militare interno guidato da Evgenij Prigozhin altra faccia della stessa medaglia.
Accade nei regimi auotcratici dei quali la Federazione Russa è un esempio di scuola ed -infatti- non è la prima volta: pensiamo al 1991 (rovesciamento non definitivo di Gorbaciov che spianò la strada alla conquista del potere da parte di Boris Eltsin, non casualmente colui che indicherà, poi, V. Putin suo successore).
Altra considerazione, pur con il senno di poi: affidare la propria quasi esclusiva sorte bellica a gruppi di mercenari può rivelarsi un errore esiziale, in particolare se poi gli si vorrebbe sciogliere a proprio piacimento.
Ancora, non dimentichiamo che nella Russia attuale esistono alcuni altri esempi di milizie a pagamento: per citarne uno: il colosso internazionale GAZPROM, leader mondiale nel settore energetico, ha una propria struttura di difesa interna.
Il passaggio dall’economia statale al libero mercato non è certo avvenuto limpidamente, se la mafia russa è balzata da tempo agli onori della cronaca quasi ovunque. Ma questo è un altro aspetto, diremo fuori contesto per ciò che conosciamo. La Russia ha, del resto, conservato la capacità di filtrare le informazioni, caratteristica propria dell’U.R.S.S.
Per questa ragione la vicenda della quale da ormai più di un anno ci stiano occupando è ancora lontana dell’epilogo e la fase ultima ha un carattere di sospensione.
Pertanto, i Paesi di rilevanza maggiore ( Cina, Stati Uniti, Turchia in primis) devono continuare a tessere la tela della diplomazia per giungere, anche sull’onda di questi incresciosi incidenti interni agli Stati, ad un superamento del conflitto tra Russia ed Ucraina capace di disegnare futuri scenari di pace.
Poco ancora incide, purtroppo, L’Unione Europea.
Italia non pervenuta, senza alcuna forma di stupore.
ANDREA G. STORTI
da Andrea G. Storti | Documenti, Elezioni, Europa, Evidenza, Italia
L’esito delle recenti elezioni amministrative che hanno riguardato circa seicento sindaci assegna una vittoria granitica del centro destra nei capoluoghi di provincia, ad eccezione della città di Vicenza dove si è imposto un candidato del P.D. che ha molto accentuato il carattere civico della sua presenza elettorale.
Un forte vento di destra continua a spirare sulla politica italiana. Questa condizione oltre a condurre ad una facile previsione circa l’esito amministrativo chiarisce che in vista della scadenza delle elezioni europee del prossimo 9 giugno 2024 l’assetto politico nazionale tenderà a modificarsi fors’anche in maniera sensibile.
FORZA ITALIA ha perduto la sua guida, imprenditore lungimirante, grande uomo di sport, figura politica comunque di primo piano dal 1994 ad oggi.
Silvio Berlusconi ha tuttavia fallito nel suo principale obiettivo politico cioè quello di dare una forza stabile ed una presentabilità inattaccabile ad un’area conservatrice di ispirazione liberale. Peggio ancora è accaduto in senso culturale dove una – tendenzialmente felice – intuizione comunicativa ha invece riportato paurosamente indietro i valori esistenziali della società italiana. Egli ha trascinato buona parte dei concittadini in un sogno rivelatosi poi nel corso degli anni impraticabile se non per sé o pochi altri, calpestando e piegando troppo spesso ai propri interessi le istituzioni di cui per lungo tempo ha fatto parte, ad eccezione di una sospensione dal seggio senatoriale intervenuta nel 2013.
Avanza, peraltro, un possibile retaggio di segno negativo.
La definitiva esplosione del partito di “Forza Italia” la cui nota esposizione debitoria è, per inciso, garantita dal suo fondatore, potrebbe portare nuova linfa politica al partito dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri ed, in subordine, per esempio ad “Italia Viva” di Matteo Renzi favorendo un ipotizzabile consolidamento a destra dell’attuale asse politico. Se così accedesse, viene da chiedersi quale ruolo intenda svolgere una sinistra piegata al ritorno ideologico senza accenno ad una posizione invece plurale e di effettiva modernità.
ANDREA G. STORTI
da Andrea G. Storti | Documenti, Europa, Evidenza, Italia
Un grande spazio di ricostruzione: così appariva una ipotetica area di centro politico all’indomani delle elezioni del 25 settembre scorso. A condizione che si sappia tracciarlo e percorrerlo.
Oggi non si può ritenere che queste condizioni siano diverse. Sono gli attori principali ad aver modificato le loro posizioni. Com’era forse scritto la coabitazione Renzi – Calenda non ha retto.
Occorre dire subito che la grande delusione si è rivelata la figura del leader di “AZIONE”, perché tale si presume fosse.
Nessuna motivazione politica ha giustificato questa sua ultima evoluzione.
Pertanto se ne deduce che all’origine del nuovo voltafaccia che ha avuto per protagonista Carlo Calenda vi siano evidenti posizioni personalistiche , mai negate in precedenza e tuttavia non sopite o superate. Non pare tra l’altro accettabile una sorta di processo alle intenzioni nei confronti di Matteo Renzi, reo di non accettare la confluenza della sua “ITALIA VIVA” in un unica nuova forza politica, poiché questa condizione è tutta da dimostrare.
Sembra quasi che questi personaggi della politica nazionale preferiscano l’irrilevanza dei consensi alla detenzione di un illusorio potere personale, senza alcun rispetto per gli elettori nonostante espressioni – in questo senso – assolutamente tardive.
Quindi, si ritorna indietro, cioè all’ipotesi di una federazione delle forze laiche e riformiste italiane come argine ad una destra politica ancora incompiuta ed una sinistra o pseudo tale che sembra tornare a barricarsi nell’ideologia.
La complessità dei problemi sociali, il loro avvio a soluzione richiede una forte presenza di ispirazione europea. Questo dev’essere i cammino da percorrere. All’interno di ciò si lavori per costruire una strategia degli interventi credibile ed al passo con i tempi. Serve mantenere la barra di navigazione proposta dal governo uscente della legislatura appena trascorsa ed affiancare ad essa quegli elementi di novità capaci di proiettare l’Italia politica in una dimensione qualitativa di livello superiore.
ANDREA G. STORTI
da Andrea G. Storti | Documenti, Europa, Evidenza, Italia
Con una certa sorpresa Elly Schlein è il nuovo segretario del Partito Democratico.
A questo dato di fatto si accompagnano altre note, alcune positive.
Anche in questo caso una donna assume la guida di una importante compagine politica.
L’afflusso alle “primarie” del P.D. è stato significativo, pur in presenza di “infiltrazioni” di altro orientamento politico che induce a riflettere sull’uso continuo di questo strumento certamente indicativo di un notevole grado di apertura ma altrettanto non indispensabile. Per la prima volta, dunque, il voto degli iscritti viene sovvertito nell’esito da una consultazione maggiormente ampia, ma questo rappresenta un passaggio coerente con il continuo distacco dei cittadini dalla politica e, soprattutto, dai partiti. Pensare ad altro in questo senso risulterebbe assolutamente ingannevole.
Al tempo stesso tramonta definitivamente il progetto originario del PARTITO DEMOCRATICO cioè quello di creare un positivo amalgama tra provenienze e culture diverse, – la sinistra, il cattolicesimo e la caratura riformista – operazione ambiziosa ma fallita – togliendo al riguardo ogni futura illusione. I ritardi accumulati pesano terribilmente sul risultato finale e portano alla necessità di ridisegnare quasi completamente il campo politico.
Nuovi scenari si aprono. Potrà una terza forza, – autenticamente soltanto riformista – fare breccia rispetto a due poli di centrodestra e di centrosinistra ormai formati ,pur non avendo un carattere granitico, tutt’altro. Se pensiamo, infatti alla loro essenza le distanze tra la Lega e “Fratelli d’Italia” da una parte, e Partito Democratico e “Movimento Cinque Stelle” dall’altra sono ancora oggettivamente sensibili.
L’attenta osservazione della recente storia politica italiana ci consegna, del resto, un fragoroso elenco di fallimenti: la dissoluzione del tentativo di espansione nazionale da parte della Lega di Salvini, il superamento del M5S originario di Beppe Grillo per citare gli esempi di maggiore rilevanza.
Se ad un ritardo almeno decennale si accompagna una lettura a dir poco errata delle trasformazioni sociali e della velocità delle stesse, così come oggi è straordinariamente rapida la mobilità elettorale, si comprende l’ineluttabilità di un nuovo punto di partenza.
Bisognerà rispondere presente!
ANDREA G. STORTI
da Andrea G. Storti | Documenti, Europa, Evidenza, Italia
La recente tornata elettorale nelle regioni di Lombardia e Lazio chiamava all’appello circa 25 milioni di concittadini; che abbia esercitato il voto circa il quaranta per cento degli aventi diritto è un dato assai significativo ed allarmante e non si capisce come una delle principali condizioni del non voto possa essere individuata nell’esito definito del tutto scontato, perché non può essere così.
La distanza della politica dai cittadini si acuisce ulteriormente e questo principale passaggio è da ritenersi assolutamente negativo. Alla base di tutto crediamo sussista una carenza di proposta politica complessiva che non esclude nessuno, nemmeno la componente di destra oggi prevalente. In quel campo siamo ancora lontani dalla costruzione di una moderna realtà conservatrice che pure in ambito europeo possiamo invece considerare presente. Si pensi, per esempio all’area dei Paesi del Nord Europa.
L’affermarsi di un centro riformista non può intravvedersi in una consultazione di carattere regionale in quanto il consenso riferito a quest’area è, generalmente, costituito da un elettorato d’opinione piuttosto mobile, attratto dalle grandi questioni politiche e/o istituzionali.
Sul versante sinistro dello scacchiere politico nazionale, il Partito Democratico, orfano della gestione del potere che ne ha caratterizzato lo scorcio più recente della propria esistenza dovrà dimostrare di saper andare oltre ciò o sarà altrimenti destinato alla scomparsa. La sinistra propriamente detta rischia di tornare ad essere considerata, in quanto in politica gli spazi vuoti non esistono.
Una sommaria ed insufficiente lettura come quella prospettata non può certamente concludersi nello spazio di poche righe e necessiterà di ulteriori approfondimenti. Tuttavia, pare il caso di segnalare come una situazione così bloccata non lasci presagire nulla di buono in un contesto generale reso particolarmente pesante dagli eventi bellici in corso sulla scena politica estera Internazionale dove l’Italia, nonostante i ripetuti tentativi di rassicurazione governativa, torna a recitare un ruolo decisamente marginale ed ininfluente.
ANDREA G. STORTI